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2004 "Un disegno per la pace" - Città della Scienza, Napoli 11-21 maggio

 
TESTO DI ANGELO DE FALCO PRESENTE SUL CATALOGO DELLA MOSTRA

La mostra "Un Disegno per la Pace", che vede in un confronto disincantato giovani studenti delle scuole medie inferiori ed artisti professionisti, nasce da una riflessione ispirata dallo storico dell'arte inglese Ernest H. Gombrich . Questi rilevava come gli artisti e i mistici usassero gli stessi segni e simboli. L'unica differenza consiste che nei primi è presente una prevalenza dei sensi fisici. La pace è non solo una condizione spirituale ma anche fisica. Gli artisti presenti in questa mostra non sono stati invitati formalmente, ma si sono aggregati a questa testimonianza di pace che è stata appena sussurrata. Se l'avessimo gridata, l'adesione degli artisti sarebbe stata ancora più numerosa. Questo evento pubblico è in sintonia con altre iniziative dell'ARDESOL, che si è mossa in questi anni in silenzio, ma con fermezza, in favore della pace. La stessa scelta di Città della Scienza, quale luogo utopico del sapere e della conoscenza del passato e del futuro, è un voler affermare il valore etico del fare Arte e Politica. E' vero che viviamo un' epoca in cui c'è un proliferare di segni e simboli, spesso impazziti che, come dice Jean Baudrillard, creano una realtà transpolitica e transestetica, ma ciò può essere non una confusione o un conflitto, ma una ricchezza se filtrata attraverso il Silenzio e la Pace. Per queste ultime riflessioni con i critici Giorgio Agnisola ed Enzo Battarra si è convenuto di lasciare le opere degli artisti presenti in questa mostra libere da commenti ed interpretazioni ermeneutiche, in modo che la loro libertà espressiva, incontrandosi con la libera emozione del pubblico, non avesse condizionamenti, lasciando la sintesi e la comunione emozionale alla riflessione delle singole persone che godranno di queste opere.

 

TESTO DI ENZO BATTARRA PRESENTE SUL CATALOGO DELLA MOSTRA

Io, uomo di pace in tempo di guerra. E c'è guerra nel nostro pianeta, nelle terre vicine e in quelle lontane, c'è guerra nei cuori e nelle menti, c'è puzza di bruciato nelle nostre stesse comunità. Eppure la pace viene sempre un attimo prima. Di ogni azione e di ogni reazione. Viene prima di tutto. La pace è un sostantivo astratto. Ci vuole tutta la concretezza degli uomini per trasformare la pace in un atto concreto. E' più facile ordinare la guerra che ordinare la pace. Ma non basta urlare il desiderio di pace, bisogna adoperarsi perché ciò avvenga. E' evidente che ogni persona di coscienza si ponga contro la guerra, si ponga per la cessazione immediata di ogni atto di violenza dell'uomo contro l'altro uomo. Ci sono guerre palesi e altre più subdole, nascoste, ammantate di false ragioni di Stato. E' pur vero che non bisogna far cessare solo le guerre divampate sui media, bisogna far cessare tante guerre invisibili, consumate in ogni dove, vissute in un altrove dove non c'è predominio dei mezzi di comunicazione, guerre fatte di massacri ma anche di silenzi dolorosi. Penso che nella cultura democratica laica e cattolica, il cui orizzonte è la difesa della giustizia e dei diritti umani, questi argomenti e questi sentimenti debbano trovare piena legittimazione. Si è contro la guerra, si è contro ogni guerra. E' questa l'unica strada, affianco a quella della solidarietà, che va perseguita fino in fondo, senza alcun tentennamento. La mia generazione ha ascoltato il racconto dei padri che hanno vissuto la guerra nelle loro case .. le esperienze belliche del secolo scorso avrebbero dovuto insegnare a tutti il valore e l'importanza della pace. E ogni vittima è un prezzo da pagare troppo alto, dovuto al fallimento della diplomazia internazionale. Ma come è difficile conquistare questa pace!

 

intervento su catalogo
 
TESTO DI GIORGIO AGNISOLA PRESENTE SUL CATALOGO DELLA MOSTRA

Nel mio lavoro di critico d'arte e giornalista si è fatta da tempo viva la convinzione che nella costruzione della pace gli uomini di cultura possano e debbano avere un ruolo fondamentale, attraverso il responsabile contributo della conoscenza e del progresso umano e scientifico e tecnologico. Nel partecipare a questo evento in cui gli artisti presenti hanno dato in altre occasione testimonianza per la pace voglio riportare questa riflessione già presente nel progetto "Cultura per la Pace" patrocinato nel 1994 dall'Istituto Italiano per gli scambi culturali di Roma-Caserta, progetto a cui continuo a lavorare. '' E' importante fare un'analisi critica nell'ambito delle specifiche competenze dell'odierno stato della civiltà e della scienza dell'uomo, alla luce di un'autentica coscienza di pace. Analisi necessaria, imprescindibile, approfondita nella lettura delle attuali strutture sociali, culturali, economiche e dei conseguenti e relativi modelli di comportamento individuale e collettivo. E' innegabile infatti che i sistemi che regolano la vita di oggi e la società, soprattutto d'Occidente, implichino logiche e contengano meccanismi tutt'altro che pacifici, che accentuano e favoriscono il senso di esasperata competitività e di antagonismo, volti spesso, direttamente o indirettamente alla prevaricazione umana e sociale, al condizionamento dei valori e della cultura. Ora non basta cogliere a frammenti, in modo separato, gli aspetti organizzativi ed evolutivi della società. Occorre approfondirli scientificamente ed organicamente, attraverso una seria, finalizzata ricerca interdisciplinare, orientata con serena obiettività alla critica delle attività e dei modelli, per formulare quelle proposte concrete, quegli indirizzi di svolta della vita e della società che possano favorire un reale sviluppo pacifico della comunità umana. E' qui la sfida e la proposta del progetto "cultura per la pace", che si indirizza in particolare agli uomini di cultura, che operano spesso senza un convergente intento propositivo e che sentono il pericolo di un futuro dell'umanità senza etica e senza pace. Un appello a coordinare le idee, le ricerche, le iniziative, nell'ambito di un ideale e pratico progetto comune. La pace non è un confortevole disegno umanitario, non è solo un obiettivo politico ed economico, è l'espressione stessa del progresso autentico dell'uomo. E' in questo senso che gli uomini di cultura debbono sentire il peso della loro maggiore responsabilità. Il destino del mondo è affidato soprattutto alla loro testimonianza, al loro impegno, alla loro coscienza, al loro cuore."

 
 
RISORSE AGGIUNTIVE
Sintesi del catalogo della mostra /SCARICA IL PDF

 

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